stanze

rianimazione

bello come il Cristo di Mantegna
tu però sei vivo
ho parlato
con la mano sul tuo cuore
tu riuscivi a stento
ma capivo ogni tua parola
le tue prime dopo un giro
dalle parti della morte.
Ti chiamiamo qui
dalle parti della vita
che da un po’
non ti piaceva
nella sua dissoluzione
d’ogni bellezza di ricordi
di bambini e mamme belle.
Siamo qui
tutto sommato
in un’altra parte delle nostre vite
fratellino
e quel che resta lo vivremo meglio
vero?

inspirazione

nel pomeriggio ho inspirato
il profumo stupendo
di una rosa rossa
stasera inspiro
lo stupendo profumo
di gelsomini bianchi e rosa
un giorno qualcuno
un pomeriggio o in una sera
respirerà qualcosa
regalato in primavera
dal mio me spirato

antipreghiera della primavera

Voglio dire, può l’universo intero vedere la tua compassione?
LIANGLIANG LIAN (da LIU CIXIN), Three Body (2023)

cosa ti appartiene
in una appartenenza
di cui volevi fare parte?
la famiglia dove nasci e che non hai scelto
o il matrimonio, moglie e marito che si sono sciolti
o i figli che hanno diritto di non appartenerti
o la rivoluzione, o poi il partito
o il lavoro con la catena dei comandi
o poi la chiesa, ed altre iniziazioni
fatte per educarti a declinare
l’ego in discipline collettive
procedendo in illusioni e delusioni
con il terrore di un dissolvimento
di un legame che non riesce a liberarti
da cui vorresti un’altra volta defilarti
vedendo i tuoi meschini limiti negli altri
sentendo prima protezione e devozione
e poi quell’obbedire ad altri ego camuffati
con più spudoratezza della tua
con più capacità di te nell’essere alveare
sapendo che da soli siamo nati per morire
e che poi niente serve in fondo a niente
che l’unito cui tendiamo si divide
che l’amore poi si stanca e si dissolve
che la luce della perfezione non ti riesce?
e resti con degli incubi meschini
con rabbie contro il te che vedi prigioniero
standotene a parte in un appartamento
senza che ormai più nulla ti appartenga

trasforma

trasforma
in disciplina
il sublime
che hai provato

Schopenhauer

come porcospini
di Schopenhauer
siamo
io più porco
tu più spine