se così è

dicono: negli attimi che precedono la morte
il tuo cervello parte con il riavvolgimento
dicono: un timelapse di immagini-emozioni
frenetico sincronico laconico riassunto
di tutto quello che apparentemente tu hai vissuto

se così è ogni notte si muore due o tre volte:
la mitragliatrice del karma-spazzatura
spara cose vere e cose false e cose cancellate
e in piena notte tu ti svegli apposta
per dare un po’ di tregua, un po’ di stop
alla meschinità particolare di ogni sequenza
alla banalità evidente dell’“aver sofferto”
per questo? per cosa? per la donna che adoravi
(che osservi da lontano mentre fai un bagno
per toglierti di dosso l’odore di vecchiaia)
che allunga sotto il tavolo la sua gamba sinistra 
e con il suo piedino à la Marie-Antoinette
carezza sulla coscia il tizio che conciona
guardando te negli occhi e sorridendo?

se così è come accettare che io abbia vissuto
quel che sogno? queste ondate d’odio
avvilimento, tradimento e di combattimento
togliendole dal giorno, dove mi credo un uomo
che si sgrezza per morire meglio?

© Daniele Martino 2023 | proprietà letteraria riservata

considera

considera la possente forza
di un germoglio che sente l’alto
e ogni anno marzo richiama:
quale immenso peso spacca
spinge sopra sé squarciando zolle
ripartendo dal suo bulbo
che un caso, me, lì ha collocato
obbediente a leggi che io gli ho intercettato
e sbuca verde pallido nel sole
e spinge e spinge, spinge
ritorna vivo al ciclo, al gambo
per poi sbocciare in fiore

considera nel suo universo parallelo
connesso e correlato
il mio riavvolgermi nel bulbo
il mio sfiorire dal mio non recepito

considera l’odore della terra
in cui trovo il mio buco
al posto suo, tranquillo
lasciando a lui la scena
a lui lo sforzo, senza pena

© Daniele Martino 2023 | proprietà letteraria riservata

considera

considera la possente forza
di un germoglio che sente l’alto
e ogni anno marzo richiama:
quale immenso peso spacca
spinge sopra sé squarciando zolle
ripartendo dal suo bulbo
che un caso, me, lì ha collocato
obbediente a leggi che io gli ho intercettato
e sbuca verde pallido nel sole
e spinge e spinge, spinge
ritorna vivo al ciclo, al gambo
per poi sbocciare in fiore

considera nel suo universo parallelo
connesso e correlato
il mio riavvolgermi nel bulbo
il mio sfiorire dal mio non recepito

considera l’odore della terra
in cui trovo il mio buco
al posto suo, tranquillo
lasciando a lui la scena
a lui lo sforzo, senza pena

© Daniele Martino 2023 | proprietà letteraria riservata

vecchio gatto

ebbro di cavalleresca tenerezza
in un giorno feriale di vacanza
sfociamo nel sole tiepido di un inverno anomalo 
mi giro di novanta gradi per baciarti
finalmente dopo anni
ma tu chiudi le labbra e ridi: 
«non sono mica quel che credi!»
così io mi ritraggo dignitoso
come quel gatto che va avanti
dopo aver mancato – vecchio e illuso –
un prode salto

© Daniele Martino 2022 | proprietà letteraria riservata

my body is an electrical cavern

dentro una canoa che si avvicina alla cascata 
dove da tempo sono solo tra le acque
io tiro i remi in barca
e mi chiedo: «Avrò paura?»
precipitando nella schiuma
non sarò più un Io?
altro sarò: coscienza che dissolve
nella Luce – spero- quanto ha appreso
in questo corso per conoscere la vita
almeno un poco prima di morire?

Mi rannicchio come un bimbo
sotto le lenzuola bianche
chiudo gli occhi mentre passa il freddo
e vedo che mi espando fluorescente
che il mio corpo è una elettrica caverna
pulviscolo che scia nella materia
e che stare così non è diverso dall’agire

© Daniele Martino 2022 | proprietà letteraria riservata